martedì, maggio 29, 2012

Lo Shale Gas visto dalla Russia


Da Club Orlov. Traduzione di Massimiliano Rupalti



La storia ufficiale dello shale gas (gas di scisti) è più o meno questa: i recenti progressi tecnologici delle compagnie energetiche americane hanno reso possibile mettere in produzione un abbondante, ma precedentemente inaccessibile, fonte di gas naturale pulito e amico dell'ambiente. 


Questo ha fatto diventare gli Stati Uniti leader mondiale della produzione di gas naturale, superando la Russia e preparandosi per mettere fine al monopolio russo del gas in Europa.

sabato, maggio 26, 2012

Quando la domanda supera l'offerta: ragioni strutturali degli alti prezzi del petrolio

Da “The Oil Crash” del 14 settembre 2011. Traduzione di Massimiliano Rupalti



Guest post di Antonio Turiel


Cari lettori,

Mentre preparavo la conferenza che devo tenere questo sabato all'Espai La Caixa di Girona ho avuto modo di provare ad elaborare alcuni argomenti circa la carenza di petrolio, soprattutto a causa del divario osservato per oltre un anno fra l'offerta e la domanda di petrolio; alla fine le mie analisi sono risultate essere troppo complesse per presentarle nel contesto di una chiacchierata su aspetti più generali, ma il materiale risultante credo sia utile e illustrativo per fare un post. Eccolo.

lunedì, maggio 21, 2012

La degenerazione industriale

Articolo da The Oil Crash. Traduzione di Massimiliano Rupalti

Immagine da http://sightsandlights.blogspot.com.es


Di Antonio Turiel


Cari lettori,

oggi mi sono bruciato un dito. Ho aperto il gas per far cuocere le lenticchie ed ho tardato un secondo o due in più del necessario. Troppo. La fiamma del fiammifero era già arrivata alla punta del mio indice e praticamente mentre lo avvicinavo al bruciatore ho dovuto iniziare ad agitarlo per spegnerlo. 

giovedì, maggio 17, 2012

Scarsità dei metalli: domani il “picco di tutto”


Da Oil Man. Traduzione di Massimiliano Rupalti

Ringrazio la redazione di Science & Vie che questo mese mi propone un'inchiesta su un tema essenziale, sul quale non riuscivo a trovare il tempo che mi serviva per occuparmene: il declino delle riserve mondiali di metalli (preziosi e no). Quindi sì, il petrolio non è la sola materia prima che minaccia il desiderio irrefrenabile della società dei consumi.

Il rame, lo zinco, l'oro e l'uranio figurano fra i principali metalli le cui riserve mondiali sembrano in via di esaurimento.

 Una miniera di rame moderna, in Australia. Fra i grandi giacimenti esauriti, Science & Vie fa l'esempio della “favolosa” miniera svedese di Stora Kopparberg, "che forniva tutte l'Europa del XVI e del XVII secolo", chiusa nel 1992. DR.


lunedì, maggio 14, 2012

Fukushima: La crisi non è finita


Da Akio Matsumura. Traduzione di Massimiliano Rupalti

“Secondo questo scenario, il rischio più grande durante la fusione non erano i reattori di
per sé, ma le piscine del combustibile esaurito che gli stavano sopra, in particolare quello
sopra al reattore 4.” 

The Japan Times [foto dalla TEPCO]

sabato, maggio 12, 2012

La terra svuotata: una recensione di Eugenio Baronti

 
Eugenio Baronti è stato assessore all'ambiente al comune di Capannori (Lu), creando quella rivoluzione nella gestione dei rifiuti basata sulla raccolta differenziata che ha portato Capannori ad essere famoso in Italia e anche nel mondo. Baronti è stato poi assessore regionale e al momento è il direttore dell'aeroporto di Tassignano dove ha creato una nuova struttura di ricerca nel campo aerospaziale e delle energie rinnovabili sotto il nome di "Zefiro innovazione". Eugenio Baronti è anche autore del libro recente "Con il piombo sulle ali" dove descrive la sua esperienza politica. Questo post è tratto dal suo blog.

giovedì, maggio 10, 2012

Comunicato ASPO-Italia, 6 maggio 2012

Un recente intervento del ministro Passera[1], raccolto dai media, esprime bene le posizioni che l'attuale governo italiano coltiva in ambito energetico, condividendo a quanto sembra la visione del precedente governo Berlusconi.

Ha sostenuto Passera:
"Abbiamo ingenti riserve di gas e petrolio che possono soddisfare il 20% dei consumi nazionali dal 10% attuale. Si possono generare 15 miliardi di euro di investimenti e 25mila posti di lavoro, si può ridurre la bolletta per le importazioni di energia di 6 miliardi, aumentando il Pil di mezzo punto".

martedì, maggio 08, 2012

Picco? Quale picco? Sta tornando Re Carbone!

Di Ugo Bardi
Pubblicato su "Effetto Cassandra"


Re Carbone potrebbe tornare per salvarci dal picco del petrolio, ma condannandoci ad un peggior destino in termini di riscaldamento globale (immagine dal National Media Museum).


Recentemente, Rembrandt Koppelaar ha pubblicato su the Oil Drum  un riassunto delle tendenze mondiali nella produzione di energia. La relazione ci dice che l'industria del petrolio sta lottando per mantenere l'attuale livello di produzione. Potrebbe non avere ancora raggiunto il picco, ma chiaramente non può riprendere le  passate tendenze ad incrementare. Ciò non sorprende, è stato previsto già nel 1998 da Colin Campbell e Jean Laherrere (link). Ciò che colpisce è il balzo in avanti del carbone. La produzione mondiale complessiva di energia non ha raggiunto il picco e questo a causa della rapida crescita del carbone, come potete vedere qui, dalla relazione di Koppelaar:



Il carbone sembrava aver raggiunto il proprio picco nel 1990, ma era un'illusione. La crescita della produzione di carbone durante il primo decennio del 21mo secolo è stata impressionante: mai vista prima nella storia. Quindi, Re Carbone sta tornando e potrebbe presto reclamare il titolo di sovrano del mondo dell'energia che aveva perso negli anni 60.

domenica, maggio 06, 2012

La dolorosa istoria delle rinnovabili italiane


Di Leonardo Libero, 22 aprile 2012

Importare energia nelle diverse forme è costato all’Italia 42,4 miliardi di euro nel 2009 (2,8% sul PIL), 53,9 miliardi (3,5% sul PIL) nel 2010, 61,9 miliardi (3,91% sul PIL) nel 2011 e si prevede che arriverà a costare 65,3 miliardi nel 2012 (fonte: Unione Petrolifera). Governanti consapevoli dovrebbero quindi essere i primi a favorire l’uso di quelle fonti di energia gratuite e “pulite”, offerte dalla Natura ad un Paese, tanto più se esso è noto nel mondo come quello “del Sole”.

martedì, maggio 01, 2012

Cambiamenti climatici e impatti sui laghi alpini


Di Alberto Maffiotti



Ad osservare fuori dalla finestra, questo è stato uno strano inverno. Anche per i nostri laghi pedemontani .
Quasi nessuno specchio lacustre è stato ricoperto dai ghiacci fino alla fine di gennaio. Poi all’arrivo del freddo di febbraio qualcosa è cambiato ma già il tepore di marzo ha riportato le condizioni termiche ad uno stato di evidente trend.

Contenuto, per il periodo invernale, è anche il numero e la varietà di uccelli acquatici (anatidi e svassi in particolare) che li frequentano. Sembra ormai riconosciuto dai più parti che i cambiamenti climatici in atto influenzano le caratteristiche degli ecosistemi acquatici. Diversi studi hanno dimostrato strette connessioni tra clima, proprietà termiche lacustri, fisiologia degli organismi, abbondanza della popolazione, struttura delle comunità e struttura della rete alimentare.