venerdì, agosto 06, 2010

Anniversario del bombardamento di Hiroshima



Oggi è il sessantacinquesimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima. Sembra quasi miracoloso che siamo qui a ricordarcene dopo tanti anni e che, a parte la seconda bomba su Nagasaki poco dopo, le bombe atomiche non siano state mai più utilizzate in guerra.

Sembra, in effetti, che le bombe atomiche stiano passando rapidamente di moda - le stiamo smantellando quasi tutte per farci combustibile per le centrali nucleari. Se tutto va bene, in qualche decina di anni non ce ne saranno più; o quasi (vedi questo mio articoletto).

Non credo che si possa attribuire la sparizione delle bombe nucleari a un particolare rinsavimento degli esseri umani. Credo, piuttosto, che la bomba atomica si sia rivelata un'arma poco pratica. Diceva Von Clausewitz che la guerra è simile a due lottatori che si affrontano; ognuno dei due cerca di forzare l'altro a fare qualcosa che non vorrebbe fare. Ora, per vincere un incontro di lotta libera si potrebbe anche pensare di atomizzare l'avversario, ma questo non servirebbe allo scopo di forzarlo a fare qualcosa - un po' eccessivo, fra le altre cose.

Quindi, credo che le bombe atomiche stiano percorrendo un po' la stessa parabola che hanno percorso le centrali nucleari: tante speranze e tante illusioni all'inizio, per poi rivelarsi oggetti ingombranti, costosi e poco utili. Questo non vuol dire che non ci siano ancora degli entusiasti di entrambe le cose. Con calma, passeranno di moda anche loro; sperabilmente senza fare troppi danni.


Una curiosità: c'è un interessante articolo di Steph dove troviamo un calcolo dei possibili effetti climatici diretti delle esplosioni atomiche degli anni 1950. In sostanza, sono molto ridotti in confronto a quelli dovuti alle emissioni di gas serra. Solo nel caso di una guerra nucleare importante, ci potrebbe essere un forte effetto di raffreddamento dovuto al pulviscolo emesso nell'atmosfera. Sarebbe il famoso "Inverno nucleare," uno scenario che per fortuna sta diventando rapidamente obsoleto con lo smantellamento delle testate.

8 commenti:

Mia ha detto...

In occasione dell'anniversario :

Incendi apocalittici in Russia ed ora anche in Ucraina sottolineano l'aspetto che unifica il militare civile e militare del nucleare...

Un incendio è scoppiato venerdi scorso anche vicino a Triokhgorny, una città degli Urali che ospita una fabbrica di componenti per i reattori m nucleari militari, ma secondo il capo dell'Agenzia nucleare russa è stato messo sotto controllo entro sabato.

Anche l'incendio vicino al centro nucleare di Sarov, nella regione di Nijni-Novgorod, secondo Kirienko non rappresenta nessuna minaccia di esplosione nucleare: «Tutti i materiali esplosivi e radioattivi sono stati evacuate dal centro. Possiamo così garantire la sicurezza nucleare, radiattiva ed ecologica della regione anche in condizioni estreme». Ma ha dovuto ammettere che l'avanzare delle fiamme rischia di distruggere del materiale costoso ospitato nel Centro e di provocare la sospensione di importanti appalti ricevuti dallo Stato, per questo ha definito la situazione «Inammissibile».

Sarà anche tutto sotto controllo ma nel centro nucleare di Sarov il governo oggi ha inviato urgentemente un gigantesco convoglio di materiali anti-incendio compresi quattro robot El-4 e El-10, due dei quali capaci di funzionare in un ambiente "estremo" e in grado di produrre nebbia artificiale. Inoltre a Sarov sta arrivando un modulo anti-incendio LUF-60 (nella foto) teleguidato in grado di funzionare in impianti sotterranei e in settori definiti dai russi come "i più pericolosi".

Intanto gli incendi che da metà giugno stanno devastando anche immense aree protette della Russia sono diventati 23.656 ed hanno incenerito una superficie de 648.555 ettari.

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=6140

Mauro ha detto...

Una domanda:
Da quel che ho letto in giro la combustione dell'uranio produce anche Plutonio e che questo elemento è adatto alla realizzazione di bombe atomiche.
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Se questo è vero il nucleare civile non esclude ma favorisce la proliferazione di armi nucleari.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
mauriziodaniello ha detto...

@mauro

Il plutonio per le bombe deve essere sostituito ogni 3 o 5 anni, questo perché il plutonio (non esistente in natura sulla Terra) è instabile sul livello molecolare.

Attualmente esiste un tale armamento costosissimo che solo con lo smantellamento (oltre al risparmio del mantenimento dell'armamento) riesce ad far funzionare le attuali (se non aumentano) centrali nucleari (ma non tutti i tipi) fin la fine dei loro giorni.

Il guaio è che le miniere d'uranio vanno verso l'esaurimento (circa 5 tonnellate di materiale per avere 5 chili di minerale che diventano con la raffinazione 1 chilo scarso da mettere in centrali che spesso abbisognano di tonnellate)e che altri sistemi d'estrazione si sono rivelate colossali bufale mangiasoldi.

Bye

amlet ha detto...

sarebbe bello ma e'difficile pensare che qualcuno rinunci a un potere simile....anche in un mondo post peak spinto penso che mantenere un arsenale nucleare gia' realizzato sia piu' conveniente dal punto di vista energetico che un esercito convenzionale ,o no?
Qui si apre un capitolo interessante di come sara' la guerra senza petrolio..

Pinnettu ha detto...

Un completto smantellamento degli arsenali nucleari non farebbe che aumentare le probabilità di guerre future.

Nell'esatto momento in cui venisse a cessare il MAD (Mutual Assured Destruction), fra più potenze nucleari, ci ritroveremmo in un mondo totalmente a senso unico, in cui gli USA diverrebbero l'unica superpotenza militare.

Il divario fra le forze convenzionali USA e quelle di qualsiasi altra nazione è immensamente grande.

A prescindere dalla buona volontà degli USA di non impiegare in futuro il suo strumento militare, rimane il fatto che la tentazione di farlo può essere forte.

Senza armi nucleari in circolazione infatti, gli USA non avrebbero più alcun nemico in grado anche solo di impensierirli.

Personalmente ho sempre pensato che tutta questa voglia di disarmo nucleare da parte USA, sia generata dal'idea che, senza il rischio del MAD, si può seriamente prendere in considerazione anche l'eventualità del "primo colpo nucleare" ed eventualmente incassare anche una reazione, ugualmente nucleare, avendo però la certezza della vittoria senza gravissimi danni.

Mauro ha detto...

@Pinnettu
Hai ragione... Ma solo in parte.
Diciamo che 20 anni fa avresti avuto ragione al 100%
Ora gli USA hanno un altro terribile nemico: la carenza di petrolio.
Per fare una guerra si consuma tantissimo petrolio (carri armati e cacciabombardieri hanno cunsumi non proprio da utilitaria)
La loro posizione "isolata" rende estremamente costose le trasferte!

Pinnettu ha detto...

@ Mauro

Vero...però dimentichiamo un'altra cosa.....e cioè che gli USA, con gli attuali 9,4 milioni di b/g di greggio prodotto, sono il terzo produttore mondiale. Quasi a pari merito con l'Arabia Saudita e ad un tiro di schioppo dalla Russia che si stà confermando il primo produttore.

In sostanza loro di petrolio, in casa, ne hanno ancora molto!

Se ci fosse la necessità di dirottare risorse verso uno sforzo bellico, avrebbero comunque dove attingere.

Certo se parliamo del 2050 le cose cambiano.

Considerando però che il picco non vuol dire "fine del petrolio" (non ne abbiamo mai estratto cosi tanto!!), ci sarà comunque molto petrolio per parecchi anni ancora. Sempre più caro e difficile ma comunque ancora molto.

Durante la seconda guerra mondiale, con molto meno petrolio di oggi, i tedeschi occuparono tutta l'Europa, e gli USA aprirono e vinsero un'infinità di fronti sparsi per tutto il globo.

Insomma se nei prossimi 10 anni si volesse fare una guerra il petrolio ci sarebbe.

Resto però convinto che non se ne faranno (di grosse intendo) perchè le rinunce a cui si dovrebbe andare incontro non sono sostenibili.