giovedì, maggio 06, 2010

In ricordo di un genio del cinema

In questi giorni ricorre l’anniversario della morte di uno dei più grandi registi della storia del cinema, Alfred Hitchcock. A mio parere il più grande. Ricordo ancora vividamente l’intensa emozione provata nella visione di quello che io ritengo il più bel film della storia del cinema, Rear Window (La finestra sul cortile). Dopo la sua morte, negli anni ottanta, furono rimessi in circolazione dagli eredi nelle sale cinematografiche alcuni suoi film degli anni '50, il suo periodo migliore, tra cui questo superbo esempio di metacinema, cioè di film che riflette su se stesso e sui propri meccanismi espressivi. La finestra sul cortile è un film claustrofobico, in cui la macchina da presa coincide con il punto di vista voyeristico di un eccezionale James Stewart che, bloccato da un incidente nel proprio appartamento, assiste dalla finestra al brulicare della vita nel microcosmo del caseggiato di fronte, scoprendo l’autore di un orrendo delitto con l’aiuto della fidanzata, un’indimenticabile Grace Kelly. Nonostante lo spazio ristretto della scena, Hitchcock riesce con la sua solita maestria a mantenere lo spettatore in tensione e attenzione costanti, grazie alla tecnica della “suspence” che lo stesso regista considera la quintessenza dell’arte cinematografica. A tale proposito, nel famoso libro “il cinema secondo Hitchcock” di Francois Truffaut, il celebre regista del brivido racconta l’aneddoto della moglie del produttore che, durante la proiezione della prima, talmente presa dalla trama, prende il braccio del marito scongiurandolo di fare qualcosa per evitare un epilogo tragico alla vicenda.
Per potere apprezzare completamente la qualità dei film di Hitchcock consiglio la visione in una sala cinematografica dotata di ampio schermo, ma non essendo sempre possibile, soprattutto per i film più vecchi, ci si può anche accontentare di vederli dalla poltrona di casa propria, tanto difficilmente ci si alza per andare a prendere qualche stuzzichino. E fate la pipì prima di accendere il televisore.
Tra le tante iniziative di commemorazione, il Corriere della Sera ne ha avviata una che comprende la distribuzione dell’ampia rassegna di film composti da Hitchcock. In questo articolo potete trovare una breve ma efficace sintesi visiva del lavoro del regista inglese, in cui si ammirano anche alcune scene del film più visionario ed attinente al tema del nostro blog, “Gli Uccelli”, splendida metafora di una Natura che si ribella alla prepotenza del genere umano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho in DVD la versione restaurata de "La finestra sul cortile": concordo sulla sensazione 'claustrofobica', riscattata almeno in parte dalla presenza luminosa di Grace Kelly.
Non è comunque il mio film hitchcockiano preferito, e forse Truffaut può spiegarne il motivo: “È il film dell'indiscrezione, dell'intimità violata e sorpresa nel suo carattere più ignobile, della felicità impossibile, della biancheria sporca che si lava in cortile, della solitudine morale: una straordinaria sinfonia della vita quotidiana e dei sogni distrutti.”

David Addison ha detto...

Per un cinefilo ci sarebbe da commentare per ore, caro Terenzio. Uno solo ricordo su tutti: trasformò un'icona retta e onesta come Jimmy Stewart, nell'uomo pervaso da nevrosi e paranoie, come ad esempio in quell'altro capolavoro che è "Vertigo", ossia "La donna che visse due volte", oppure in "Rope", da noi "Cocktail per un cadavere". La vendetta di un gentiluomo inglese sugli statunitensi ?