giovedì, aprile 17, 2008

Hillary for President

Negli Stati Uniti sono in corso delle appassionanti primarie nel Partito Democratico. I due candidati, Obama e Hillary Rodham (Clinton) stanno dando vita a un confronto elettorale serrato per l’assegnazione dei delegati che ad agosto dovranno indicare lo sfidante di John Mc Cain, già candidato per il Partito Repubblicano, nelle elezioni presidenziali di fine anno. Ad oggi, Obama mantiene un leggero vantaggio in termini di delegati, ma Hillary ha vinto in tutti gli Stati più popolosi, New York, California, Ohio, Texas ecc, compresa la Florida, dove le elezioni sono state annullate per problemi formali. Tutto lascia prevedere che questa situazione di equilibrio si manterrà fino alla convention finale dei democratici, in cui saranno decisivi i super delegati, personalità ammesse di diritto al di fuori delle primarie.
Il grande interesse non solo nazionale che accompagna queste emozionanti primarie è sicuramente legato all’incertezza sul risultato finale, ma anche alle caratteristiche dei due candidati. Se vincesse Obama, potrebbe diventare il primo Presidente di colore degli Stati Uniti, se la spuntasse Hillary, avrebbe buone probabilità di essere la prima donna a guidare la principale potenza mondiale.
La radicalizzazione dello scontro sta determinando anche una forte polarizzazione tra i sostenitori dei due candidati, non solo negli Stati Uniti.
Per quanto mi riguarda, mi dichiaro un hillariano convinto, oltre che per la grande preparazione, competenza e spessore politico della ex first lady, anche per i contenuti della sua proposta programmatica che contrastano, per livello di approfondimento e complessità con quelli di Obama, la cui ascesa mi pare il frutto più di un’abile operazione mediatica che di effettive capacità personali.
Anche nel settore ambientale e dell’energia, seguendo l’impulso del premio Nobel, Al Gore, la proposta di Hillary è non solo più interessante e condivisibile, ma anche più complessa e credibile. Vi propongo questa apprezzabile analisi di Beppe Caravita su Network Games che dimostra a mio parere quanto faccia sul serio questa donna per condurre il suo paese verso le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra richieste dal Protocollo di Kyoto e verso ulteriori obiettivi più ambiziosi, in linea con le strategie europee.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Esatto, vero quanto leggo.
Hillary sarebbe da preferire assolutamente.
C'è però da dire che questa indecisione nel candidato democratico ha favorito non poco McCain e non è da escludere una riconferma repubblicana, anche alla luce degli sviluppi in Iraq e di un fantoccio di Bin Ladin sempre rispolverabile da qualche cassetto.
Ad ogni modo, se Hillary sarà designata entro giugno, avrà delle belle chances.
saluti
Fab

Paolo Marani ha detto...

Sia clinton che obama, essendo democratici, avranno programmi necessariamente simili pur con qualche differenza. Sarebbe interessante, più che uno spot per l'uno o per l'altro, eseguire uno studio comparato sulle DIFFERENZE fra i due. Mi sembra un post un tantino polarizzato.

Anonimo ha detto...

non comprendo questo schierarsi se non come fuga dalla realtà del nostro paese... non ci sono post sulla situazione italiana?

Anonimo ha detto...

quoto alla grande giovanni g.

Terenzio Longobardi ha detto...

Il programma di Obama si trova sul suo sito http://www.barackobama.com/
Ripeto, a me quello di Hillary sembra migliore anche perchè non si limita ad enunciazioni di principio, ma molto pragmaticamente cerca di individuare anche gli strumenti per attuare gli impegni. Inoltre, c'è un abisso di preparazione tra i due. Obama delega molto ai consiglieri, Hillary conosce fino al dettaglio tutte le questioni che affronta.
Quanto alla fuga dalla realtà del nostro paese, può darsi, forse perchè i programmi ambientali ed energetici dei due principali schieramenti sono alquanto deludenti. Comunque, meglio non essere troppo provinciali, quello che avviene negli Stati Uniti ha ancora un'influenza enorme su tutto il pianeta.

Anonimo ha detto...

provo ad aprire la breccia? certo che è importante la politica americana, io poi sono un Al Gorista convinto... ma non comprendo come si possa pensare che al centro della politica ci possano essere le questioni ambientali prima di quelle economico sociali. Qualcuno è in grado di smentirmi? Miliardi di persone vanno a lavoro, tornano a casa, giocano con i bambini, guardano la tv, dormono e tutto il resto, e ogni tanto votano. Non credo che la prima cosa che fanno sia quella di connettersi a internet e vedere come sta la produzione di petrolio. Delegano altri a fare questo. Se è vero che Hillary può rappresentare una migliore competenza, Obama rappresenta un tale cambiamento sul quale può davvero innestarsi una nuova politica a favore dell'ambiente, forse anche più radicale di quella di Hillary. Non pretendo di convincere nessuno, ma ho la netta sensazione della necessità che i grandi processi di cambiamento si fanno con le masse e non senza. Questo non significa semplicemente ammiccare all'"intellettuale organico", che oggi sarebbe lo scienziato organico, anche se la cosa mi stuzzica. Ma non mi piace neanche il profeta inascoltato. Dopo i risultati delle elezioni italiane, anche io ho avuto subito due reazioni "irrazionali" (ma non poi tanto): 1)chiamo Rubbia, mi faccio dare qualche indirizzo, parto per la Spagna e non torno più in Italia! 2) poi dopo un'oretta, telefono a mio padre: babbo! presto! non c'è più tempo da perdere: facciamo installare i pannelli fv sulla casa in campagna da una ESCO, prima che cambi la situazione! Dopo 24 ore non potevo che sentirmi un cretino (ammesso che ora sia savio). Comunque, se avessi un bel blog, io mi chiederei: che fare ora? (tanto, Lenin non mi potrà rispondere, così nessuno si spaventerà). Nel frattempo, nella valanga di commenti disperati, leggo un articolo sul Manifesto (ieri, ieri l'altro, accidenti ora non lo ritrovo, ma poi vi faccio sapere) su un produttore indipendente di energia eolica in USA, che confessa: "ci vorrebbero grandi infrastrutture per il trasporto dell'energia eolica, perchè il vento non si trova vicino alle grandi città e ci vorrebbe una politica nazionale... e la soluzione fv individuale non risolverà gran chè). Detto da uno che prima faceva un altro mestiere poco redditizio e che ora è capo di una grande società... Opppure trovo questo: http://www.eddyburg.it/
article/articleview/11076/0/301/
il discorso di un ex ministro dell'ambiente che ti rincuora un pò. O questo che mi fa anche sorridere: http://www.repubblica.it2008/04/
sezioni/ambiente/eco-chiesa/
eco-chiesa/eco-chiesa.html
Anche se rimango profondamente convinto che l'energia non si separa dalla gente che la userà, e che questa gente ha bisogno di non di questo sviluppo, ma di un altro, per vivere con dignità.

Terenzio Longobardi ha detto...

Il motivo per cui i problemi ambientali sono percepiti come meno importanti di quelli economici sociali è la mancata consapevolezza di larghi strati della popolazione che essi sono strettamente intrecciati. Le inevitabili conseguenze del picco del petrolio e delle altre risorse non rinnovabili produrranno una presa di coscienza collettiva della stretta correlazione tra emergenza ambientale e condizioni economico-sociali.

Anonimo ha detto...

Intanto occuparsi degli USA non è certo ignorare la situazione Italiana :) Un cambio a Roma, la benedizione del Papa, sono fatti importanti, destinati a produrre cambiamenti profondi. Penso che sia iniziata la "normalizzazione" del programma, tipica della campagna presidenziale vera e propria, in questo senso le diversità verranno al solito impastate dai media. La difficoltà enorme per i democratici è che il il ritardo è enorme, sono ancora senza lo sfidante di un McC che si atteggia a presidente. Non si può sopravvalutare questa evidenza, il coro dei media vivisezionerà i candidati democratici. L'obiettivo primario è demolire il titanismo di Obama, che si è evidenziato nella reazione allo sfruttamento delle dichiarazioni del suo gagliardo pastore nero. La Clinton, in questo gioco, è un ventre molle che verrà divorato a tempo debito.
Cataldo

Anonimo ha detto...

Usi termini come appassionante e entusiasmante per una patetica sequenza di comparsate mediatiche di due burattini delle corporations la cui differenza consiste, come annota Ralph Nader, solo nella velocità con cui le rispettive ginocchia percuotono il pavimento al cospetto di una multinazionale
Non sei americano, vero?

Paolo Marani ha detto...

A mio modesto parere, parteggiare per un candidato o per l'altro, in virtù della sua presunta competenza, evidenziando come un merito il fatto di prendere decisioni autonome anziché affidarsi ad uno staff di gente competente, è un atto di scorrettezza.

Chi ti assicura che Hillary quando parla esterni solo farina del suo sacco, mentre Obama senza consiglieri non saprebbe spiccicare parola ?

Ripeto, sui contenuti non mi sembra ci siano grandi differenze, si gioca tutto sulla credibilità, e sia Hillary che Obama non sono certo immuni dai condizionamenti delle corporation.

Preferisco un candidato che esprima un segno di rinnovamento, e che non parli MAI in libertà ma sempre coadiuvato da uno staff di persone competenti, che di raccontastorie a titolo personale anche in italia ne abbiamo fin troppi. Se fossi americano voterei per Obama sicuramente.

Anonimo ha detto...

Michael Moore appoggia Obama.