martedì, gennaio 08, 2008

L'infezione del bioetanolo



Stuart Staniford pubblica oggi su "The Oil Drum" uno studio inquietante sull'espansione della produzione del bioetanolo negli Stati Uniti.

La tesi di Staniford è che l'etanolo si comporta come un "infezione" che sta rapidamente consumando la produzione di mais negli Stati Uniti che non viene più trasformata in alimentari ma in carburante per veicoli. Studiando la crescita della produzione mediante un modello sigmoidale (vedi la figura sopra) arriva alla conclusione che, se le tendenze attuali continuano, in meno di 5 anni l'etanolo potrebbe consumare l'80% della produzione agricola di mais degli Stati Uniti. Una cosa del genere porterebbe a una carestia di massa e non solo negli Stati Uniti. Le stesse tendenze sono all'opera nel resto del mondo.

L'articolo di Staniford è lungo e complesso e richiede una lettura attenta e dettagliata. Nulla in questo articolo va preso come una profezia di sventura a Staniford stesso è molto attento a notare che sta parlando di scenari e non di predizioni. Tuttavia, rimane il punto centrale: se qualcosa non cambia, i meccanismi economici del mercato stanno facendo si che agli agricoltori convenga produrre etanolo invece di alimentari. Nella competizione per le risorse di mais disponibili, chi lo usa come alimento di base non riesce a competere economicamente con chi invece lo usa come carburante.

Non è detto che non intervengano altri fattori a bloccare la sparizione della produzione alimentare di mais. In principio, sembrerebbe difficile che i governi continuino a permettere, o addirittura a sostenere economicamente, un'attività che rischia di sterminare centinaia di milioni di persone. Allo stesso tempo, si può sperare che fonti energetiche più efficienti del bioetanolo ne prendano il posto rapidamente, evitando la carestia planetaria. Tuttavia, questo risultato di Staniford è estremamente preoccupante per il futuro di tutti noi e va considerato con attenzione.









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8 commenti:

Anonimo ha detto...

In questa epoca di capitalismo selvaggio, atteggiamenti immorali e cinici dei potenti in nome del profitto sono la norma, ma mi rifiuto di pensare che per il Dio denaro e per riempire i serbatoi di centinaia di luride carrette a quattroruote sul pianeta, accettino la responsabilità di poter affamare e causare la morte per fame di milioni di persone anche dei paesi industrializzati.
C'è un limite a tutto.


Paolo B.

Anonimo ha detto...

Scusate, volevo scrivere "centinaia di milioni" di luride carrette...

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Leggendo in giro ho trovato che l'etano,inquanto alcol, si potrebbe fare fermettando la parte zuccherina dei riufiuti organici (l'umido).
Può essere questo un altro modo?

Anonimo ha detto...

Ho appena letto che in America stanno preparando un'auto da 14000 cc e 1200 CV...Deprimente.
Mimmo.

Anonimo ha detto...

sicuramente lo avrete già notato, ma ve lo faccio notare lo stesso: su virgilio riportano il seguente articolo che accenna al picco del petrolio. mi sono meravigliato che ne parlassero in un sito 'mainstream' come virgilio. ditemi se mi devo ancora meravigliare o mi posso anche tranquillizzare !-)

http://notizie.alice.it/economia/petrolio_esaurimento.html?pmk=hpppstr1a_1

Ugo Bardi ha detto...

Caro JamesPrescottJoule, non ti ricordi che ti avevo detto più di una volta a lezione che voi ragazzi avete una grande carriera nelle biomasse......?

Hehehehehe........ (da intendersi come risata satanica e cavernosa)

Ugo Bardi ha detto...

A conferma di una situazione decisamente inquietante:

http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/south_asia/7178876.stm

People across South Asia are struggling to cope with a severe
shortage of affordable wheat and rice.
There have been queues outside Pakistani shops in towns around the
country, and flour prices have shot up.

Wheat flour is a staple foodstuff in Pakistan, where rotis or
unleavened bread are eaten with almost every meal.

Last week Afghanistan appealed for foreign help to combat a wheat
shortage while Bangladesh recently warned it faced a crisis over rice
supplies

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good