venerdì, dicembre 28, 2007

BAUguri ...



Recentemente ho avuto occasione di recuperare questo augurio di fine anno del Comitato Esecutivo di una grande azienda multinazionale, di cui non riporto il nome.


Personalmente non sono "contro" l'esistenza di grandi aziende localizzate in tutti i continenti; tuttavia, alla luce degli scenari energetici e climatici, potrebbe essere necessario rivisitare pesantemente alcuni fondamentali. Cito a titolo di esempio gli assiomi della Crescita Infinita e quello del Trasporto Facile. L'attuale apparato si basa su questi per autosostentarsi; se una Realtà più profonda dovesse dimostrarne con i fatti l'incompletezza, cosa ne sarà del Sistema?


Nel messaggio, riportato in blu più sotto, emergono alcune idee chiave:


- necessità di crescita industriale
- competitività sempre più spinta
- volatilità dei mercati finanziari
- rincari delle Materie Prime


Purtroppo non viene fornita alcuna possibile spiegazione. I dati di fatto sono questi, di qui in poi bisogna solo agire di conseguenza.


La risposta della dirigenza al problema segue in pieno la logica BAU. BAU è un acronimo inglese, sempre più celebre, che significa "Business As Usual". Me ne viene in mente un altro, sempre sull'onomatopeico, ma più all'italiana: ARF (Accaparrare Risorse Fossili).


I competitori industriali, in effetti, sono simili a cuccioli. Perseverano in quello che sanno fare meglio: divorare tutto il cibo disponibile, ognuno per sè, più in fretta che si può, per non farselo sottrarre dai propri simili. In attesa, forse, di un padroncino che dia qualche regola.




Auguriamo un felicissimo anno nuovo a voi, alle vostre famiglie e a tutti i vostri cari.

Il 2007 è stato senza dubbio un anno di crescita per ###.

Abbiamo approfittato della stabilità dei prezzi delle materie prime e della buona salute di alcuni mercati per ricominciare la nostra crescita e migliorare i nostri risultati.
###, più forte e meglio armata, affronta così questo nuovo anno. Come vediamo il 2008?Sull’economia mondiale regna una grande incertezza: crisi finanziaria, bruschi sbalzi dei tassi di cambio, aumenti del prezzo del carburante e di molti altri prodotti di base.

D’altronde è evidente che la concorrenza, che vediamo obiettivamente rinforzarsi da qualche anno, sarà più presente e più pressante nel 2008. Coscienti di questa realtà, siamo maggiormente in grado di risponderle. Poiché ### ha la capacità di affrontare e rafforzare la propria leadership. Dovete tutti esserne convinti.
Ma tutto ciò richiede a ciascuno di noi l’esigente ricerca di continui progressi: progressi nella riduzione dei costi, progressi nel miglioramento della nostra produttività per ridurre il nostro ritardo, progressi nella velocità di introduzione sul mercato e nella commercializzazione di nuovi prodotti e servizi, progressi nell’efficacia delle nostre azioni individuali o collettive. Questa esigenza di continuo progresso deve conciliarsi con il rispetto dei nostri valori fondamentali.

Continueremo, così, i nostri sforzi, in particolare negli stabilimenti, per rafforzare la sicurezza e migliorare l’ergonomia. Inoltre, ci attiveremo affinché ### offra a ciascuno di voi prospettive di sviluppo ed utilizzi al meglio il talento di ognuno. Ma, prima di tutto, il successo di ### sarà completo soltanto se condivideremo, a livello mondiale, una visione comune del contributo di ciascuno agli obiettivi del Gruppo e questo in qualunque paese si svolga la propria attività o il proprio mestiere.

Abbiamo piena fiducia in ognuno di voi per raccogliere questa sfida.

[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno.3@alice.it. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]

4 commenti:

Paolo Marani ha detto...

L'impresa è questa!
L'impresa ha come unico scopo quello di fare utili.
Per fare utili occorre scambiare sempre più merci.
Per scambiare sempre più merci occorre consumare sempre più risorse.
Per consumare sempre più risorse occorre... (continuate voi)

Anonimo ha detto...

L'impresa è fatta di persone. Lo scopo dell'impresa è di creare valore aggiunto. Se le persone si comportano come i cuccioli voraci descritti da Frank Galvagno allora l'impresa può essere vista come il male oscuro che ci conduce verso il disastro. Ma se le persone dotate di ragione si mettono a guidare una impresa, allora possono capire che il valore aggiunto si crea anche facendo manutenzione a vecchi impianti per renderli più efficenti, fornendo servizi ad alto contenuto di tecnologia e a basso contenuto energetico ecc..

Loris Gonella

Frank Galvagno ha detto...

Interessante l'approccio di Loris.
Realistico quello di Marantz.

Il problema è che le regole del gioco sono troppo lasche e fanno sì che le imprese, mediamente, perseguano la massima resa con la minima spesa.

Quindi si riducono al massimo i costi ritenuti "accessori": manutenzione, prevenzione etc.

Occorrerebbe uno Stato serio, in grado di coordinare le imprese. Soprattutto, che incentivi le fonti Rinnovabili e il deconsumo. Che porti avanti una nuova concezione di azienda, non più predatrice per sopravvivere in una giungla di altri predatori.

Gianni Comoretto ha detto...

Io lavoro nella ricerca scientifica, e mi sono sempre posto il problema, che sembra assillare l'impresa in questione: occorre arrivare PRIMI. Se arrivi secondo, se non ti accaparri la "leadership", sei fregato.

Ovviamente se fai una cosa, qualsiasi cosa, è importante farla bene. Ma nel mio campo come nel loro sembra che se non sei quello che la fa di gran lunga meglio, puoi andare a casa. Non ha senso scoprire qualcosa per secondi, ovviamente. Ma allora perchè mettersi a far ricerca, se comunque siamo in dieci a cercare la stessa cosa? Non è meglio cambiare campo di ricerca? O fare quello che nel mio campo si chiama "competitive cooperation", ciascuno porta avanti la sua idea, e poi si lavora insieme su quella che è venuta meglio.

Idem per l'industria, se siamo in 100 a produrre telefonini (mettiamo), rubandoci quote di mercato a vicenda, non è meglio farlo in 10 e gli altri 90 mettersi a produrre altre cose?

Forse il futuro dell'impresa è questo: capire che il BAU non funzionerà, e mettersi già ora dove non c'è nessuno. Qualcosa di locale, non energivoro.