sabato, agosto 04, 2007

Alti prezzi del petrolio e indifferenza sociale

Perché gli alti prezzi del petrolio (nuovo record del WTI a quasi 79 dollari al barile) sono sostanzialmente ignorati dagli organi di informazione e sottovalutati dal mondo politico? Io vedo i cinque seguenti motivi tutti conseguenza dalla natura irrazionale del genere umano. Provate voi ad aggiungerne altri :

  1. Al lupo! Al lupo! Nella celebre favola di Esopo gli abitanti del villaggio non accorrono alle grida lanciate dal pastorello a causa di alcune false richieste d’aiuto precedenti e il lupo si mangia tutte le pecorelle. E’ quello che sta succedendo con il petrolio. Dopo la crisi e il grande spavento degli anni ‘70, seguiti da un lungo periodo di abbondanza e prezzi bassi, la stragrande maggioranza delle persone si è convinta che gli alti prezzi del petrolio siano solo un fenomeno ciclico dovuto a ragioni geo-politiche o speculative seguito da lunghi periodi di bonaccia consumistica. E’ un comportamento profondamente irrazionale dal punto di vista logico-statistico perché non si può inferire una legge generale da un numero limitato di osservazioni.
  2. Mancanza del nesso causale. A differenza del passato, questa volta gli alti prezzi del petrolio non determinano (per ora) significative e visibili ripercussioni sull’economia e sulla vita di tutti i giorni. Rispetto agli anni ‘70 la ricchezza pro-capite è molto più alta e gli aumenti dei prezzi dei prodotti energetici incidono molto meno sui consumi. L’inflazione è a livelli molto bassi, tenuta sotto controllo da moderati rialzi dei tassi d’interesse operati dalle Banche Centrali e dalla globalizzazione dell’economia che sta inondando di merci a basso costo, provenienti dai paesi emergenti, i mercati dei paesi ricchi. I PIL e la ricchezza delle famiglie aumentano quasi dappertutto. La gente si è ormai convinta di vivere perennemente nel paese di Bengodi e che l’abbondanza sia quasi una legge naturale. Anche questo è un comportamento profondamente irrazionale per lo stesso motivo del punto 1).
  3. Sindrome dello struzzo. L’uomo moderno è condizionato da una cultura progressista fondata sull’ottimismo tecnologico che lo induce a vedere il mondo come una cornucopia inesauribile dispensatrice di risorse e beni. Anche questo è un comportamento profondamente irrazionale perché porta a preferire ragionamenti con conclusioni logiche positive, scartando soluzioni negative troppo sconvolgenti.
  4. Difficoltà a percepire il pericolo. I politici, i giornalisti, gli economisti, nella stragrande maggioranza non comprendono perfettamente la teoria del picco del petrolio perché la forma mentis delle persone porta in genere a immaginare la fine di una risorsa come conclusione di un ciclo continuo e costante di consumo e non come il graduale declino previsto dalla Teoria di Hubbert. Per questo motivo, molti attribuiscono la colpa della riduzione di disponibilità del petrolio a complotti internazionali, alla speculazione, agli interessi dei produttori ecc.
  5. Preferenza per il benessere immediato. Antropologicamente, l’uomo è strutturato per perseguire tenacemente il benessere immediato, per sé e la propria prole, disinteressandosi delle conseguenze a lungo termine dei propri comportamenti. Questo atteggiamento è stato utile per centinaia di migliaia di anni caratterizzati da penuria di risorse, ma diventa controproducente in un mondo di facile ed economica accessibilità alle risorse energetiche.

2 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

Non saprei cos'altro aggiungere!

Tra le varie risposte degli interlocutori cui sottopongo la questione PeakOil, uno di un collega mi è rimasto impresso:
"nel mondo c'è un MARE di petrolio, e non ce lo diranno mai"

Più irrazionale di così...

Anonimo ha detto...

La risposta più frequente che ho ricevuto io è stata invece: "E dunque? Tanto non possiamo farci nulla. E comunque in qualche modo ce la caveremo, come sempre...". Dopo di che la solita tiritera sul ritorno ad un passato roseo che più roseo non si può (ovviamente condito con molta fantasia e senza tenere conto la mutata situazione locale e globale).